G.S. Gorfigliano, più che prendere a calci uno stupido pallone...

Gorfigliano è un luogo dai grandi contrasti: un luogo popolare, campanilista, e per questo anche di grande solidarietà. Lì sorge il Pisanino con le sue vette bianche e di color candido, con le sue nebbie che avvolgono tutto e tutti, nebbie dalle quali nel 1984 è nato il G.S. Gorfigliano: una delle squadre memorabili, povera di trofei, ma che suscita ancora forti emozioni a chi, quel periodo, lo visse per davvero. L’inconfondibile maglia rosso-blu, che da lì in poi stabilì i colori sociali dello stesso paese. E lo stemma, l' aquila rossa con alle spalle il Pisanino, bianco candido, immerso in uno sfondo azzurro, a simboleggiare il cielo limpido; limpido, come quelle che erano le ambizioni di quel gruppo, che ai suoi tempi riuscì ad essere più che una semplice squadra di pallone.

Sfogliando dei vecchi almanacchi, quasi fossero dei reperti storici (e che forse, lo sono per davvero), è impossibile non notare la partecipazione quasi totale del paese al progetto: donne e uomini, assieme, andavano a formare la dirigenza del Gruppo Sportivo, emulando e forse anticipando i modelli contemporanei di integrazione e di uguaglianza. 

E i giocatori, quasi tutti del luogo, compaesani che il pomeriggio si trovavano o al bar o in piazza, a dimostrazione di quanto forte fosse il campanilismo gorfiglianese.

Talenti locali, una sorta di “Accademia del calcio”, dalla quale spiccavano nomi davvero interessanti. Giocatori tecnici, abili, ma soprattutto “cattivi”, nel senso buono del termine. Una squadra diversa, che odiava camminare sulla punta dei piedi. L'ambizione era quella, giocare per il proprio paese, a difesa di quelli che erano i suoi valori e le sue tradizioni. E noi, a Gorfigliano, di queste cose ne abbiamo capito sempre più degli altri.

Un progetto, quello di una “cantera” gorfiglianese, che se continuato avrebbe dato vita al Gorfigliano più forte di sempre. Parlano i nomi, parlano le prestazioni, parlano i “vecchi” del paese, che da sempre appaiono essere critici di mestiere. E se questi ragazzi sono riusciti a convincerli, la storia avrebbe potuto parlare da sola.

Purtroppo, oggi quel Gorfigliano è sparito dai campi di gioco, e con esso un pezzo di passione del paese; basta chiedere a chi prese parte al progetto. E il loro sguardo, di per sé, già vi darà una risposta. Non c'è bisogno di tante parole. 

Perché a Gorfigliano si è rancorosi, si vive di ricordi. E a volte risulta impossibile accettare che questi, appunto, ormai risiedano solamente nelle nostre menti. Perché a Gorfigliano, ai piedi del Pisanino, giocava una squadra rosso-blu. Lo faceva per amore del calcio, lo faceva per tenere alto il nome del proprio paese, lo faceva perché il “football”, in certi luoghi, era più che prendere a calci uno stupido pallone.

Giorgio Ferri

In piedi da sinistra: Ferri, Orsi, Canozzi, Lorenzetti, Colombini, Casotti M.
Accosciati: Pilli R., Casotti E., Baisi, Vanni, Gemma, Lucchetti, Vanelli      
Anno 1993




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